Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 21 Novembre 2024

33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Apocalisse 5,1-10; Salmo 149,1-6a.9b; Vangelo di Luca 19,41-44

Salmo 149,1-6a.9b

Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

1 Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
2 Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

3 Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
4 Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

5 Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
6 Le lodi di Dio sulla loro bocca.
9 Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Vangelo di Luca 19,41-44

In quel tempo, Gesù 41 quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa 42 dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
43 Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; 44 distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Il pianto di Shiloh

La prima volta che nella bibbia si parla di Gesù è in Genesi 49,10. Il nome, il primo nome con cui viene annunciato il Messia Gesù è Shiloh, e significa il Pacifico, il Condottiero di pace. Gesù piange su Gerusalemme per quello che le accadrà e afferma: Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Gesù piange su Gerusalemme perché Gerusalemme ha commesso il più grande e grave errore della storia umana. Quale mai può essere il più grande e grave errore della storia dell’umanità? Non comprendere i giorni in cui si è visitati dal Pacifico, da Colui che porta la pace. Non c’è errore più colossale e pericoloso di questo in tutta la storia dell’umanità. Perché? Perché non riconoscere i giorni in cui si è visitati da Colui che porta la pace, dall’unico che può veramente portare la pace in questo pianeta, significa non avere altra possibilità di conoscere, comprendere, capire la vita e l’esistenza. Da quel giorno tutto è stato nascosto agli occhi di Gerusalemme. Da quel giorno Gerusalemme, e tutto quello che Gerusalemme racchiude, simboleggia e significa, non può più comprendere, intuire, percepire, intendere nulla di nulla. Da quel giorno Gerusalemme, e tutto quello che Gerusalemme rappresenta, non ha più potuto gustare del lume della conoscenza, della grazia della sapienza, della luce dell’intelligenza, tutto è stato nascosto ai suoi occhi. Gerusalemme, che aveva il compito di illuminare di conoscenza e di amore la terra, è diventata cieca pur vedendoci, muta pur sapendo parlare, sorda pur potendo ascoltare, incapace di comprendere e conoscere pur avendo il dono dell’intelligenza e della percezione. Gesù piange su Gerusalemme, perché Gerusalemme, non avendo riconosciuto Colui che veniva a visitarla per portarle la pace, ora è caduta nell’abisso dell’illusione, si è scollegata dalla sorgente della luce e della conoscenza e si è immersa nello stagno dell’ignoranza, dell’arroganza, dell’inconsapevolezza per vivere una vita che non è più vita, un amore che non è più amore, una pace che non è più pace. Gerusalemme e tutto quello che rappresenta, da quando non ha riconosciuto Shiloh, il Condottiero della pace, è entrata in un terribile stato psicotico di allucinazione e delirio, completamente sconnessa dall’energia dell’amore e della pace di Dio. Gerusalemme non ha compreso Shiloh e ora Shiloh, il Condottiero della pace, con le lacrime agli occhi rivela a Gerusalemme cosa presto le accadrà a causa della sua cieca, stolta arroganza: Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Gesù piange, piange alla vista di questa generazione, perché questa generazione, che non ha compreso e riconosciuto i giorni in cui è stata visitata da Colui che porta la pace e la vita, come potrà ora riconoscere i giorni in cui sarà devastata dal signore della guerra e della morte?