Il testo di questa canzone è un inno alla Trinità. Padre, Figlio, Spirito Santo. Nel testo di questo inno il Signore non è mai volutamente nominato per nome secondo la più antica tradizione e volontà biblica che, per amore e timore di Dio, sapeva che il nome di Dio oltre che nominato non poteva nemmeno essere scritto. Gesù stesso, parlando di sé in più parti del vangelo, usa simboli e mai il suo nome proprio. Dice di sé: Io Sono il pastore, il pane, la porta, il maestro, la via, la verità, la vita, la luce, l’agnello, il vero cibo, la vera vite, il tesoro, lo sposo. Il brano Tu sei, per parlare di Dio-Trinità usa immagini bibliche e figure simboliche care ai testi evangelici e del Nuovo Testamento.
Tu sei la prima stella del mattino
Gesù è l’unico essere che nella bibbia viene definito la prima radiosa stella del mattino: Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino (Apocalisse 22,16).
Tu sei la nostra grande nostalgia
La nostalgia di Dio Padre e del suo dolcissimo e onnipotente volto riempie letteralmente i testi della preghiera biblica, i Salmi: l’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora (Salmo 129,6); o Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz’acqua (Salmo 62,2). È la nostalgia del Padre celeste appassionatamente espressa da Filippo quando chiede a Gesù: Mostraci il Padre e ci basta (Giovanni 14,8).
Tu sei il cielo chiaro dopo la paura
Gesù è il Risorto. È colui che illumina di luce assolutamente nuova l’alba del giorno senza tramonto, del giorno senza fine della Risurrezione, il giorno in cui è stata vinta la morte.
Dopo la paura d’esserci perduti
Gesù è veramente il cielo chiaro e trasparente di bellezza dopo il cielo oscuro e spaventoso della morte, della croce, dell’abbandono. Gesù è il superamento della paura, della terribile e antichissima paura di Dio. Gesù spezza il cerchio della paura dell’uomo di non sapere più chi è e dove è, spezza il cerchio di quell’emozione mortale iniziata nel cuore dell’umanità il giorno della sua ribellione a Dio nel Gan Eden, come la descrive il testo biblico in Genesi 2,10b.
E tornerà la Vita in questo mare
È Gesù stesso che si proclama la Via, la Verità, la Vita stessa. In Gesù la vita può tornare in vita, secondo lo splendore del progetto creativo. In Gesù e solo in lui la vita, tutta la vita in ogni sua forma e dimensione, può ritornare a vivere in armonia e pace, perché Gesù è colui per mezzo del quale tutto fu fatto e senza di lui non fu fatto nulla di ciò che esiste (Giovanni 1,3).
La vita nuova e rinnovata del Signore Risorto tornerà a innervare di vita nuova e rinnovata il mondo, nell’immagine del testo il mare.
Con il termine mare s’intende il mondo, la vita su questa terra in tutte le sue splendide dimensioni. La vita è il mare dove Pietro viene chiamato a essere pescatore di uomini, ed è in questo mare della vita che la barca di Gesù guidata da Pietro, la chiesa, deve navigare, guidando a Dio tutta l’umanità.
Soffierà soffierà il vento forte della vita
Il vento forte della vita è uno e uno solo, è il Santo Paraclito, lo Spirito che Gesù soffia e alita sugli apostoli, lo stesso Spirito che Dio Padre alita sulle narici del primo uomo donandogli la vita. In Gesù si apre il tempo dello Spirito Paraclito. Il ruach creativo, il vento dello Spirito che aleggiava nelle acque nei giorni della creazione, torna forte e gagliardo a soffiare su tutti gli uomini che desiderano una nuova vita e una nuova evoluzione in Dio. L’immagine del vento come analogia dello Spirito Santo è usata da Gesù stesso in Giovanni 3,8.
Soffierà sulle vele e le gonfierà di Te
È solo il Santo Paraclito che può soffiare energia dedicata e sapienza divina sulle vele della barca della chiesa e nel cuore degli uomini, per riempire ogni cosa di Gesù e della sua Parola di vita.
Tu sei l’unico volto della Pace
Il volto della pace è solo Gesù, e Gesù crocifisso e risorto, che in tutta la bibbia, in decine di riferimenti, è descritto come l’unico volto, l’unico essere che può rappacificare il cielo e la terra, Dio e l’uomo. Gesù è il volto della nuova ed eterna alleanza, è Lui che rappacifica l’uomo e il creato con Dio dopo il peccato originale. Gesù è il Messia che, come l’arcobaleno dopo il diluvio universale, segna la nuova alleanza, la Pace che l’uomo aveva rovinato con il proprio peccato. Il volto della Pace è quello del Servo nel Canto del servo di Yahweh in Isaia 42. In tutta la scrittura mondiale non c’è un altro riferimento così preciso all’uomo dal volto di Pace, se non nella bibbia, e si riferisce solo al Messia. In ebraico il Messia è simbolicamente ricordato come il nuovo Davide, il nuovo e onnipotente Re; ma l’immagine ebraica del Messia più ricorrente è quella del Messia della Pace, il signore dello Shalom, con riferimento a Salomone, il Re umano che ha rappresentato più di ogni altro in terra la sapienza e la pace di Dio.
Per chi ha un minimo di conoscenze bibliche il “volto della pace” in ebraico è uno dei sinonimi del Messia, il Re di Pace. Vedi anche il canto degli angeli davanti alla grotta di Betlemme: solo davanti a Gesù gli angeli intonano il canto del gloria e pace in terra agli uomini che Dio ama. Un giorno Gesù, quando fu vicino alla discesa del Monte degli Ulivi, alla vista della città di Gerusalemme si mise a piangere su di essa e disse letteralmente: Se conoscessi in questo giorno tutto quello che è per la pace (Luca 19,42). Come a esclamare: oh se tu conoscessi e avessi conosciuto me, Gerusalemme, in questo giorno, se avessi conosciuto me che incarno e sono tutto quello che conduce, porta, guida, assicura la pace! È Gesù stesso che si autodefinisce in questa pagina del vangelo come il tutto che porta, genera, suscita, dona la pace. Se Gerusalemme non accetta l’unico volto della pace esistente, non ci saranno altri volti da comprendere e amare. E se Gerusalemme accetterà nella storia altri volti, questi non potranno che essere volti di impostori ingannevoli e di lupi rapaci. L’ultimo nome che Gesù usa, per definire se stesso, prima di entrare nei giorni della sua tortura e uccisione e poi lasciare da risorto questa terra, è tutto quello che porta alla pace. Sarà una coincidenza ma quest’ultimo nome, che Gesù dà a se stesso e in cui raccoglie tutto il suo essere e il suo mandato, è perfettamente identico nel significato al primo nome con cui Gesù, il Messia, è profetizzato nei testi del Primo Testamento, in Genesi 49,10: Shiloh, che significa, appunto, il Principe, il Condottiero della Pace.
Tu sei Speranza nelle nostre mani
Nel Primo Testamento la parola speranza, in ebraico bètach, ha il significato di fiducia, sicurezza, cura, e non esprime in nessun modo il concetto di dubbio.
La speranza biblica è una realtà certa, non un sentimento d’incertezza, e si fonda assolutamente e radicalmente sul fatto che Dio, Dio Padre è fedele, è il Fedele. Dio Padre è il Dio delle promesse dunque della certa speranza, della totale fiducia. Gesù incarna la fedeltà di Dio per il suo popolo. Gesù è la nostra speranza certa, è colui che dà forza alle nostre mani, che dà fiducia alle nostre scelte e ai nostri progetti per il regno e per il bene di tutta l’umanità. Anche se non è un termine caro ai testi evangelici – infatti non compare mai nemmeno una volta nei quattro vangeli –, la speranza è comunque un tema molto caro alla prima predicazione apostolica, soprattutto quella paolina.
Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali
Si riprende il simbolo altissimo del Vento della Pentecoste da cui tutta la vita della chiesa e dell’umanità riparte continuamente in nome del Figlio di Dio. È Gesù che porta con sé il vento dello Spirito, il vento della profezia e della novità evangelica e lo soffia sulle ali dell’umanità perché possa volare in alto nel suo cielo. Le ali rappresentano le potenzialità e i doni della nostra persona, le sue ricchezze e i talenti che Dio ci ha donato per il bene degli altri e della vita intera, nella costruzione del suo regno.
Soffierà la vita e gonfierà le vele per questo mare
Questo inno alla Trinità chiude con l’annuncio che la vita, la vita di Dio, soffierà per sempre in tutti i suoi figli, soffierà mentre siamo imbarcati sulla nave di questa vita, in questo mare terreno, e soffierà immortale nel mare della vita celeste, la vita senza fine.