Saziati - La casta della...

Saziati

La casta della sazietà per secoli e millenni ci ha propinato la bugia più grande di tutte, ci ha immerso la mente e il cuore nella più colossale e mefitica delle paludi ideologiche e concettuali. Il più grande successo della casta della sazietà è stato riuscire a convincere le folle che è perfettamente nell’ordine delle cose, che è giusto, che è secondo le leggi naturali, anzi, che è addirittura per precisa volontà di Dio che siano in pochi a essere nell’abbondanza e nella sazietà, mentre tutti gli altri devono restare nella miseria, nella ristrettezza e nell’indigenza. La casta della sazietà ci ha insegnato a vivere nella miseria come se fosse parte del nostro destino, ad accettare l’indigenza come un fato ineluttabile, a soffrire la mancanza come uno stato di vita inevitabile, e, quel che è peggio, il nostro ego ha accettato tutto questo con una fede indiscutibile. Per radicare nei cuori e nelle menti questa assurda convinzione, nulla è stato più efficace che usare i misteri delle religioni e le ragioni delle ideologie. È così che la miseria e l’indigenza sono predicate come passi indispensabili per il cammino di purificazione dell’anima e, se una persona nasce nella casta dei miseri, è solo perché il suo karma lo richiede e non può far nulla se non sottomettersi con il sorriso e un’infinita gratitudine a Dio e alla vita per tale predilezione. È così che le parole di Gesù, che indicano la via dell’amore e della libertà attraverso il distacco e il lasciar andare ogni forma di possesso di cose e persone, sono state usate per creare una propensione intellettuale e spirituale perversa pronta a demonizzare tutto ciò che è meravigliosamente e stupendamente terreno, radendo al suolo il senso dell’appartenenza alla natura, il senso della fede e della gratitudine. Questa perversione ha trasformato l’atteggiamento spirituale del distacco in accettazione fideistica della miseria, dell’indigenza, del dolore e della malattia come veri e propri doni e regali di Dio. Questo veleno intellettuale e spirituale ha trasformato l’esercizio della libertà e della dignità umana in sottomissione e schiavitù salvifiche, per garantirsi un giorno il benessere e la pace nell’eterno del paradiso. È così che quelli della casta della sazietà predicano che chiunque non è della casta, e cerca di vivere nella sazietà e nel benessere in questa vita, è contro Dio, è nell’illegalità, manifesta un animo ribelle, aggressivo, sovversivo, è pericolosamente votato al dissenso e all’opposizione, destinato alla prigione in terra e all’inferno nell’aldilà. È vero, la sazietà e il benessere sono assolutamente e terribilmente ingiusti ma solo e fino a quando tutti gli uomini non saranno nella sazietà e nel benessere in pienezza e in pace, perché sazietà e benessere per tutti è lo stato esistenziale connaturale dell’uomo. Per millenni la casta della sazietà ha mantenuto la sua dinastia libera dalle infiltrazioni della casta dei miseri attraverso la linea del sangue, ma nei tempi più moderni ha ritenuto più efficace e sicuro garantirsi la purezza della dinastia attraverso il potere politico, economico e ideologico. È ovvio che la casta della sazietà non può avere altro interesse che creare leggi, sistemi politici, economici, sociali, religiosi atti a garantire la crescita smisurata della propria ricchezza e la crescita smisurata della miseria della casta dei miseri. L’infinita casta dei miseri è estremamente utile alla casta della sazietà, perché, debitamente istruita e costretta, può essere usata indifferentemente come forza lavoro, braccio della schiavitù, energia umana da dissanguare fino all’osso, carne da macello da usare nei campi da battaglia e negli atti terroristici, massa sociale da plagiare e pilotare per creare opinione pubblica utile a spostare equilibri economici e di potere. È così che la casta della sazietà, attraverso le culture e l’educazione, crea un sistema di pensiero da schiavi, dove prima c’è sempre il dovere e poi c’è il piacere, dove tutto è a pagamento e tutto deve essere guadagnato con fatica, lotta, competizione. È così che ha indotto la gente a vivere nella miseria, nell’indigenza, nella mancanza come fosse il loro stato connaturale e la gente si è abituata a questa bugia come fosse più reale della forza gravitazionale terrestre. È assurdo, è allucinante, è perfettamente stupido, ma la casta della sazietà ha creato un sistema, tra ignoranza e paura, in cui riesce a usare una parte della casta dei miseri che, debitamente addestrata e armata, è sempre pronta a combattere per difendere la legge, la legge fatta dal padrone per gli interessi del padrone, combattendo quelli della propria casta, la casta dei miseri, dei poveri. Questa è la mano armata formata da poveri che la casta della sazietà usa per la repressione violenta di chi non si adatta al sistema, per bruciare i profeti, per combattere i nemici del potere.  È la guerra dei poveri che combattono i poveri. L’assistenzialismo politico e religioso incorona e cristallizza perfettamente il cranio dei popoli dentro questa prigione mentale di ingiustizia, miseria, ignoranza e sottomissione e fa in modo che la gente impari a baciare la mano che la sta soffocando e a ritenere sacri i ceppi che le stringono il collo e i piedi. È in questo modo che la casta dei miseri, per fuggire dalla miseria, usa gli stessi sistemi mortali del trattenere, del mettere via, dell’invidia, del possedere, del recintare, del dominio e dell’avidità, gli stessi sistemi con cui la casta della sazietà e del benessere tiene la casta dei miseri in catene e imprigionata nella miseria. La casta della sazietà gioca sull’ego dei miseri per mantenere il proprio inossidabile potere e dominio.
Ora basta dare uno sguardo all’universo, alla vita, alla natura, agli animali di tutta la terra per capire che le caste dei sazi e dei miseri sono un’invenzione satanica e umana che non deriva in alcun modo da Dio. Come si potrebbe pensare solo per un istante che Dio non desideri con tutto se stesso per tutti i suoi figli, per tutte le sue creature, sazietà e benessere sovrabbondanti? Gesù non lascia dubbi. Gesù desidera la sazietà del popolo, non vuole caste tra i suoi figli, tutti devono avere il benessere pieno, la ricchezza sovrabbondante di ogni bene. Ne sono segno inequivocabile i 12 canestri di pezzi di pane d’orzo avanzati, 12 canestri della misura straripante della ricchezza divina che è per il bene totale di tutte le cose.
In tutto questo è di pregiatissimo umorismo il momento in cui Gesù chiede a Filippo: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Dice il testo che Gesù fa questa domanda a Filippo per metterlo alla prova, per testarlo, per saggiarlo. In che senso? Ma ovvio! Gesù vuole sentire se Filippo è pronto a smettere di credere di essere figlio della casta della miseria per sentirsi, in Gesù, finalmente figlio della lussureggiante, sconfinata, incalcolabile, rigogliosissima ricchezza di Dio che tutto vuole e desidera immerso nel benessere, nella bellezza, nell’integrità e nella pace.

Vangelo di Giovanni 6,1-15

In quel tempo, 1 Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3 Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
5
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
8
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?» 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
11
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
12
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!» 15 Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.