Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Gesù è stupito. Quasi non riesce a capacitarsi di come non riusciamo a capire, a comprendere, a vedere chi è lui e che rapporto meravigliosamente efficace potremmo instaurare con lui per risolvere tutti i problemi della nostra vita. Gesù è incredulo del grado di inganno mentale e di necrosi spirituale raggiunto dagli uomini che non riescono più a riconoscere, nell’amore e nella potenza di Dio, lo stato che permette di vivere la vita nel benessere e nella pace, dimensioni espresse e simboleggiate nei numeri 12 e 7. Al fianco di Gesù i numeri della vita sono sempre il 12 e il 7: le 12 ceste piene rappresentano l’universalità, l’armonia, la completezza, le 7 ceste esprimono la perfezione, l’equilibrio, la potenza dei doni che Gesù può offrire ai suoi figli.
Per tanta chiusura della mente umana Gesù ci offre anche una spiegazione fisiologica e spirituale. La fragilità della comprensione umana, la limitatezza della visione dei nostri pensieri, è determinata da quella che lui definisce la durezza del cuore. La durezza del cuore deriva dalla necessità di non sentire più il dolore delle ferite ricevute e i sensi di colpa per le ferite inferte, e sfocia inevitabilmente in arroganza, presunzione, competizione, sfida, conflitto. La durezza del cuore è sinonimo di stati emotivi alterati, di energie emozionali di ansia e rabbia sviluppate nel nostro cuore e che determinano un anomalo funzionamento elettro-chimico del nostro cervello e quindi di conseguenza dei pensieri che esso produce. Quando siamo furiosi diventiamo stupidi intellettualmente, quando siamo ansiosi diventiamo ciechi intellettualmente, quando siamo impauriti diventiamo sordi intellettualmente. Per questo Gesù afferma avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite, perché il furore dell’ira, la rabbia, il rancore, la vendetta, la gelosia, l’invidia, e in genere tutti gli stati emotivi alterati di conflitto, derivano da pensieri velenosi e conducono inevitabilmente ad avvelenare le facoltà cerebrali dell’uomo. Non è la mancanza di fede a non farci riconoscere Gesù come nostro Signore e Dio, ma la durezza del cuore che aggredisce, avvelena e distrugge le nostre facoltà mentali.