Una volta che accade qualcosa, quella cosa è accaduta e non si può più cambiare. Ogni secondo di pensieri rivolto a pensare e a calcolare come le cose potevano andare diversamente, o solo essere evitate, è tempo sprecato, ma non solo, è tempo in cui attraverso questi pensieri viene coltivato il campo per i frutti della sofferenza e della disperazione. Niente di ciò che accade è insopportabile se ti lascia in vita, ma ogni cosa può diventare insopportabile se non viene accettata e se dà il via al circuito dei pensieri di come poteva essere diverso. Una volta che accade qualcosa, quella cosa è accaduta e non si può più cambiare. Questo significa che dobbiamo rassegnarci, sottometterci, piegarci a ciò che accade? No, per niente. Solo accettare, e non pensare e calcolare come la realtà avrebbe potuto essere diversa o evitata.
Il testo evangelico ci riporta una fessura di vita di Gesù con i suoi, un dialogo di pochi minuti nei giorni del tradimento, precursori di tribunali, condanna, tortura e morte per lui. Pietro sta pensando. Ha la mente ferma, bloccata, occupata in quel uno di voi mi tradirà (Giovanni 13,21), Pietro non vuole, non accetta. Pietro non vuole vedere Gesù, il suo Gesù, tradito dagli amici, torturato dai nemici, abbracciato a una croce senza difesa e in totale solitudine. Pietro non vuole nemmeno vedere la separazione che sta serpeggiando tra loro dodici, sotto forma di sospetti reciproci, paura, indecisione, allontanamento da Gesù, paura dei capi e del potere costituito. Pietro è confuso, è nel panico mentale, ha paura, sta pensando come cambiare tutto questo, come uscirne, come evitarlo, è triste, sta soffrendo e vuole fare qualcosa, ma non sa cosa. Questa sua sofferenza e tensione, la sua non accettazione si fa voce ed esplode in quella domanda senza senso logico a Gesù: Signore, che cosa sarà di lui?, riferendosi al discepolo che Gesù amava, Giovanni. Gesù risponde con una delle aperture sapienziali più straordinarie che mai orecchio umano ha potuto sentire: Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi. Come a dire: Tu Pietro non preoccuparti, anzi, il testo dice proprio: Pietro non occuparti, non è affare tuo, non occupare la tua mente per cercare di cambiare le cose che accadono, per cercare di calcolare come potrebbero essere o come potrebbero essere state, ma solamente seguimi, cioè fai bene quello che ti ho chiesto di fare, fallo subito e fallo sempre con amore, compi il tuo compito al meglio, rispetta il mandato, non mollare la scelta, non distrarti per nulla da ciò che devi compiere. Pietro non è affare tuo se io vengo tradito, non è affare tuo se mi uccidono, non lo puoi fermare, non lo puoi cambiare. Se lo fai diventare un affare tuo, se comincerai a pensarci sopra e a calcolare, soffrirai e mi sarai d’intralcio, non sarai più utile alla causa e al progetto che ti ho chiesto di portare avanti. Se io vengo tradito e ucciso, non è affare tuo. Se Giovanni dovesse vivere senza mai vedere la morte, non è affare tuo. Se i dirigenti del popolo mi tortureranno, mi bastoneranno, mi schiacceranno con la faccia a terra sotto il peso della croce fino a inchiodarmi lassù, non sono affari tuoi, non sono affari tuoi. Tu seguimi, seguimi dentro, seguimi nell’anima in tutto ciò che fai e muovi, tu segui me e la mia Parola e non occuparti d’altro, seguimi e ama, seguimi e credi, seguimi e non distrarti, non pensare, non calcolare. Se calcoli ti pietrifichi, se pensi soffri, se prevedi ti agiti. Non passare la vita a pensare alle ferite che avresti potuto evitare tu stesso, non passare la vita a pensare alle ferite che avresti potuto non infliggere agli altri e che avresti potuto evitare agli altri, passeresti la vita tra rimpianti e rancori, nella sofferenza e nella delusione. Passeresti la vita nel dolore e per nulla. Non pensare, non calcolare, seguimi. Chiedi perdono sempre e perdona tutti sempre, e seguimi, non occuparti di ciò che accade, non preoccuparti di ciò che può accadere. Una volta accaduta qualsiasi cosa, non è più affare tuo, non la puoi più cambiare. Non devi diventare menefreghista, ma devi comprendere che l’unico modo per cambiare la realtà è cambiare te stesso e per farlo devi compiere il tuo compito al meglio, devi seguire il mandato con amore pieno e senza distrarti. Non essere fanatico, non essere perfezionista, ma al tempo stesso non distrarti per nulla dal tuo compito, e fallo al meglio delle tue possibilità, senza brontolare, senza discutere, senza aspettare ricompense, senza cercare appoggi, senza confidare negli applausi e nel compiacimento altrui. Seguimi e ogni cosa verrà da sé. Non puoi cambiare ciò che non può essere cambiato, ma puoi seguire l’amore senza distrarti.
Non sorprenderti,
non spaventarti,
ogni cosa si sistemerà
secondo la forza dell’amore.
Non creare ansia,
non giudicare,
non esercitare pressione,
tutto sarà condotto all’unità
secondo il cuore di Dio.
Amen.