Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 22 Giugno 2024

11a settimana del tempo Ordinario

Parola del giorno
Secondo libro delle Cronache 24,17-25; Salmo 88,4-5.29-34; Vangelo di Matteo 6,24-34

Salmo 88,4-5.29-34

La bontà del Signore dura in eterno.

4 Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
5
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono.

29 Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

31 Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi.

33 Punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
34
Ma non annullerò il mio amore
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.

Vangelo di Matteo 6,24-34

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 24 «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
25
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
26
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
28
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
31
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?” 32 Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
33
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Mai contemporaneamente

Ogni muscolo del corpo umano, in un preciso momento temporale, può essere posizionato solo ed esclusivamente in uno dei suoi due stati possibili: o lo stato di tensione, o lo stato di rilassamento. È la combinazione di tensione e rilassamento dei centinaia di muscoli del corpo umano che permette una quantità infinita di movimenti e di gesti. Un muscolo non può mai essere contemporaneamente teso e rilassato, impossibile. Un muscolo in ogni momento e istante o è teso o è rilassato. Così è anche per lo spirito dell’uomo: o è nella tensione, perché il suo amore è il denaro, o è nella pace, perché il suo amore è Dio. Due sono i possibili padroni della vita dell’uomo, o la ricchezza e il suo mondo, fatto di cose da possedere, benessere di pochi sulle spalle di tutti gli altri, proprietà privata, attaccamenti, prestigio, approvazione, interessi personali, reputazione, ambizione, guadagno, o Dio e il suo mondo, fatto di gratitudine, gratuità, condivisione, vero e reale benessere per tutti. In ogni istante della vita, in ogni dialogo interiore, emozione, preghiera, desiderio, scelta, azione, decisione, l’uomo o sta servendo l’uno o sta servendo l’altro, o sta servendo il denaro o sta servendo Dio. Questi due padroni non possono essere serviti contemporaneamente, e non solo. Come rivela Gesù, l’uomo o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro, perché sono due padroni perfettamente e assolutamente opposti, opposti sono i loro obiettivi, opposte le energie che sviluppano, opposto lo stato interiore che creano e il fine a cui conducono. O il cuore dell’uomo batte preoccupato per servire la signoria dei denari, o batte in pace per servire la signoria di Dio.
Secondo le parole di Gesù non ha alcun senso per un uomo che crede in Dio affermare la propria fede dicendo di credere in Dio, dovrebbe semplicemente affermare che disprezza la signoria del denaro. Secondo le parole di Gesù chi crede in Dio non dovrebbe recitare il credo per professare la propria fede, ma annunciare, nelle parole e nelle azioni, l’assenza totale di ogni preoccupazione all’interno della propria vita per le cose materiali. Dovrebbe annunciare che in nessun modo il denaro è padrone e signore della propria vita, dei propri pensieri e dialoghi interiori. Per compilare una professione di fede di questo tipo, probabilmente non era necessario spremere le meningi per secoli in decine di concili, lottare tanto alacremente contro le eresie e gli eretici di turno, prodigarsi così appassionatamente per riempire la storia della chiesa di documenti, dogmi, riflessioni teologiche. Probabilmente.