Un giorno ce ne siamo andati dalla città celeste ribelli e in sfida con il Signore della Vita. Un giorno, dopo avere vissuto la nostra esperienza su questa terra, il Signore della Vita ci richiamerà nella città celeste, ma non ci riconoscerà dal suono. In quel momento, quando diremo il nostro nome, non sarà il suono della nostra voce a farci riconoscere, né ci potrà aiutare il suono della nostra voce quando cercheremo di gridare il Suo nome. In quel giorno il Signore della Vita non avrà orecchie per ascoltare.
Ma allora da cosa ci riconoscerà? Semplice. Da ciò che non si può contraffare. Il profumo. In quel giorno il Signore della Vita non ci riconoscerà dal suono delle parole, ma dal profumo di giustizia delle nostre azioni. Lì, davanti a Lui, non ci potrà accompagnare il suono delle parole che avremo detto in tutta la nostra vita, fossero state anche le più sante, persuasive, mistiche ed evangeliche del mondo, ma potrà accompagnarci solo ed esclusivamente la fragranza delle azioni e delle scelte di amore compiute in gioia e umiltà. Il Signore ci riconoscerà con il naso, non ci riconoscerà dalla montagna delle parole dette nei riti e nelle preghiere, né dal profumo dell’incenso che avremo addosso, ma dal profumo della fragranza d’amore che avremo sviluppato dentro e attorno a noi. Ogni atto di amore e di perdono sprigiona la fragranza di Dio, ogni atto di divisione, rancore e ingiustizia sprigiona il lezzo del Nemico.
Cosa c’è di peggiore che un giorno sentirsi dire in faccia dal Signore della Vita: Mai conobbi voi. Allontanatevi da me operatori di iniquità, e non avere più parole da dire e nemmeno profumo e fragranza d’amore da fargli annusare?