Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 18 Luglio 2024

15a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Isaìa 26,7-9.12.16-19; Salmo 101,13-21; Vangelo di Matteo 11,28-30

Salmo 101,13-21

Il Signore dal cielo ha guardato la terra.
Oppure: Il popolo che hai creato benedice il tuo nome.

13 Tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.
14
Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!
15
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.

16 Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
17
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
18
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

19 Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
20
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
21
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte».

Vangelo di Matteo 11,28-30

25 In quel tempo Gesù disse: «28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Zugòs

È il dolcissimo e commosso invito di Gesù ad andare con lui, a lasciarci portare da lui. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù ad andare con lui, a lasciarci portare da lui, dopo aver cercato e bussato ovunque ed esserci incamminati verso mete fasulle e inesistenti, sottomettendoci a mille e mille padroni per guadagnare solo stanchezza infinita e ogni sorta di oppressione, umiliazione, sofferenza e schiavitù. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù a tutti coloro che, dopo essersi sperduti per ogni dove, alla ricerca della felicità, della pace, del benessere, della salute, e dopo aver affidato, pieni di speranze e di attese, tutta la loro vita e le loro risorse a coloro che nulla hanno dato e tutto hanno tolto, ora sono sfiniti e oppressi nella mente, nel corpo e nello spirito. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù a tutti noi che, così sconnessi da Dio e decentrati da noi stessi, ci siamo appoggiati a chiunque per ottenere un po’ di sicurezza, energia, importanza, perdendo onore, dignità, libertà, nobiltà e forza. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù a prendere su di noi il suo giogo dolce, in greco zugòs chrestòs. Zugòs chrestòs non significa propriamente giogo dolce ma, più letteralmente, “legame [zugòs] utile-indispensabile-sempre a portata di mano [chrestòs]”. Gesù ci invita a legarci a lui con il legame indispensabile-utile dell’amore, perché solo facendo così possiamo ricevere dalla vita tutto il meglio che desideriamo, e molto, molto di più. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù ad andare con lui dopo aver dissipato tutte le nostre energie e forze nella ricerca affannosa della luce dove c’è inganno, dell’amore dove c’è possesso, delle energie vitali dove c’è solo sete di dominio e rapina, perché lui è pronto a offrirci ristoro e pace, energia e forza per la mente, per il corpo e per lo spirito. È il dolcissimo e commosso invito di Gesù a legarci a lui per imparare da lui che è mite.
Venite a me è venite verso me, dove quel “verso” è la traduzione del greco pròs con il senso di moto a luogo, che qui sta a indicare un movimento continuo mentale e spirituale in direzione di Gesù. Essere miti significa dunque essere sempre, perfettamente, costantemente orientati, disposti, rivolti in modo pacifico verso Dio-Amore, verso l’unione, l’unità. Essere miti è essere orientati sempre verso Dio e, qualsiasi cosa accada o non accada, non entrare mai in rivolta con lui.
Venite a me è il dolcissimo e commosso invito di Gesù a legarsi a lui per imparare da lui che è umile di cuore, umile dentro. Umile, in senso evangelico, è colui che riconosce la provenienza di tutto ciò che esiste e ne è sempre, profondamente grato. Umile è colui che sa sempre che tutto, sempre, viene dalle mani di Dio come un dono e un’opportunità di amore e pace. Venite a me è il dolcissimo e commosso invito di Gesù per tutti coloro che sono stanchi di essere stanchi, che sono stanchi di essere oppressi, che sono stanchi di non avere risorse e benessere, pace e gioia, salute e armonia e desiderano finalmente il ristoro e la gioia di Dio.