Schiavi - Non è la...

Schiavi

Non è la catena che rende schiavi gli uomini, ma la mancanza di conoscenza. Non è l’aguzzino che crea la vittima: la vittima è creata dal non conoscere, dal non sapere, dall’oscurità intellettuale e spirituale; gli aguzzini, poi, sono coloro che approfittano e traggono vantaggio per i propri comodi dalla situazione di ignoranza e paura delle vittime, come un macellaio può trarre vantaggio dalla carne da macello. Non è la prigione che toglie la libertà ma è l’assenza della visione interiore di come funziona, la non conoscenza delle leggi dominanti, della regola madre, a imprigionare l’uomo e a renderlo capace di costruire prigioni e di abitarle. Non sono gli ospedali che trattengono gli ammalati dentro i protocolli medici, ma è l’ignoranza che oscura il sapere di come funziona la trasmissione dell’energia delle scelte spirituali al dialogo interiore mentale e l’energia del dialogo interiore alle strutture molecolari. Il vero oppressore professionista non è colui che sfrutta il suo potere per soggiogare gli altri a proprio piacimento e vantaggio, ma colui che, sfruttando l’ego a cui sono incatenati gli uomini, li tiene fermamente lontani dalla conoscenza che potrebbe significare la loro liberazione ed evoluzione e li imprigiona, globalizzati e omologati su quello che è perfettamente inutile per la loro liberazione ed evoluzione. Tenere lontano l’uomo dalla conoscenza ha un primo immediato vantaggio: la non conoscenza genera un’invincibile, endemica debolezza e fragilità interiore, intellettuale e spirituale. Il secondo vantaggio è che la non conoscenza rende rigida l’intelligenza, immersa nel pregiudizio, contratta nelle abitudini e trasforma le reazioni emotive in scorza fredda e durissima, sempre pronta al conflitto e alla guerra. Terzo vantaggio della non conoscenza è la separazione, la separazione degli individui. Gli individui non possono essere collegati tra loro dagli stati emotivi ma solo dalla conoscenza, dal sapere come funziona. Per questo Gesù è il vero fumo negli occhi di tutte le strutture di potere del mondo, sia di quelle evidenti, altisonanti sia di quelle più serpentine e invisibili: Gesù è venuto a rivelare all’uomo apertamente e semplicemente tutto ciò che gli serve per liberarsi dalle oppressioni del mondo e incamminarsi verso il proprio vero e reale benessere. Gesù non afferma, così come fanno la religione e il potere politico, economico e scientifico, che l’uomo può essere felice, Gesù afferma e rivela che l’uomo deve essere felice e gli dice anche come fare, come scegliere, cosa pensare per esserlo. Gesù sa bene che la schiavitù non è generata e sostenuta dalle catene ma dalla non conoscenza e per questo afferma: Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Il vangelo di Gesù rivela che l’uomo deve essere felice, e mostra le procedure efficaci per esserlo. Tutti dicono che l’uomo può essere libero, felice, sano, pieno di benessere e pace, ma Gesù proclama che l’uomo deve assolutamente essere libero, felice, sano, pieno di benessere e pace. Il vangelo si chiama vangelo, cioè felice annuncio, perché non offre la possibilità di essere nella gioia, ma asserisce, senza mezzi termini, che l’uomo deve, deve essere nella gioia. Nessuno come gli uomini del potere religioso e politico hanno intuito da subito quanto Gesù fosse il vero, unico, reale nemico dei loro progetti e delle loro trame, e la fine che gli hanno destinato nei giorni della sua incarnazione terrena parla da sola. Quando Gesù arriva veramente al cuore e all’intelligenza della gente, nessuno può più soggiogarla alla schiavitù e ingannarla riguardo alla felicità, per questo Gesù è stato trasformato il prima possibile in qualcosa di utile unicamente all’ignoranza, non alla conoscenza. Il potere religioso e politico ha trasformato Gesù in una religione, una delle tante, in un sistema confessionale avulso e lontano dal cuore della gente e dalla vita quotidiana. Dentro la religione Gesù è diventato dogmi, precetti, leggi, doveri, tradizioni, gerarchia ed è stato reso incapace di ispirare l’uomo dal di dentro per aprirlo alla conoscenza di come lui stesso può realizzare veramente la propria felicità.
Hanno prima provato a bloccare Gesù, inchiodandolo a una croce, e a zittirlo, sigillandolo in una tomba, poi hanno provato a bloccarlo dentro una religione e a zittirlo incatenandolo a una devozione. Ma ora chi riuscirà a bloccarlo quando scenderà nuovamente dal suo cielo e chi riuscirà a farlo star zitto nel cuore, nello spirito e nell’intelligenza del popolo dei suoi amici?

Vangelo di Giovanni 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «9 Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10 Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11 Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».