Gesù non è venuto a portare la pace sulla terra, almeno non quella pace che noi consideriamo pace e che evidentemente davanti agli occhi del Signore pace non è. Gesù non usa mezzi termini e dice: Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada, e aggiunge: sono venuto a separare. Ma questo non è in contraddizione con tutto il suo messaggio di pace e di unità? Evidentemente no. Gesù sa, come nessuno, che nel mondo è in corso una guerra tra le più terribili e sconosciute, tanto più terribile quanto più sconosciuta e invisibile agli occhi della gente. È in atto su tutta la terra uno scempio, una guerra devastante e ignobile, che devasta l’uomo da dentro e lo rende debole e incapace di avere un rapporto maturo e sano con Dio. Ma qual è questa guerra? Dove si combatte? Si combatte nelle case a colpi di relazioni familiari, ricatti, rimorsi, cordoni ombelicali. Ogni bambino che nasce su questa terra non cresce secondo le aspirazioni divine che Dio ha posto nel cuore di ciascuno ma secondo le pressioni, le abitudini, le tradizioni, le convenzioni dei suoi familiari e dell’ambiente che lo circonda. Questa è la guerra. Pur in buona fede, per abitudine, per tradizione, per necessità, la famiglia si sostituisce a Dio e alla sua Parola. Chiunque si sostituisca a Dio è un ladro e un impostore. Qualsiasi sia il motivo che spinge a far crescere una persona secondo le aspettative degli uomini e non secondo i desideri di Dio, tale azione è la più ignobile che si possa compiere sotto il cielo, è plagio dei più perversi, è crimine contro l’umanità, contro la vera libertà e la dignità dell’uomo. Questa è la guerra che Gesù è venuto a combattere e a vincere, altrimenti non ci sarà pace su questa terra e tra gli uomini. La famiglia, i rapporti genitoriali, i cordoni ombelicali si sono sostituiti a Dio e al rapporto con Dio. Questa è idolatria, quella peggiore, la più velenosa e subdola perché circondata da un alone di sacralità e nobiltà che la rende intoccabile. Gesù rivela il cuore di questa pericolosa idolatria: Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Gesù rivela così che è il nostro rapporto con Dio a determinare tutta la vita, non il rapporto con gli uomini, familiari compresi. È la qualità, la forza, l’intimità del nostro rapporto con Dio che determina tutto, assolutamente tutto della nostra vita. L’uomo che avrà un rapporto più forte, intimo e passionale con la famiglia piuttosto che con Dio non riuscirà mai a vivere pienamente la propria vita né a donarsi agli altri per il benessere di tutti. L’uomo che subisce l’autorità dei legami ombelicali, più di quanto senta e viva l’autorevolezza di Dio e della sua Parola, è un uomo che si rende inutile per la vita e per il vivere. L’uomo non conoscerà pace e felicità fino a quando continuerà a vivere in questa guerra di idolatria che costringe le nuove generazioni a crescere secondo le attese, l’autorità, le aspettative delle morali e delle religiosità della famiglia e non secondo la volontà sacra di Dio e i doni che Dio ha posto in ciascuno dei suoi figli. Chiunque si sostituisca a Dio e s’interponga tra l’uomo e Dio è un ladro e un impostore, anche se socialmente è denominato padre, madre, fratello, maestro, guida.